Il Torero allucinogeno – Salvador Dalì

Autore : Salvador Dalì

Anno: 1969 – 1970

Tecnica : Olio su tela, 398,8 x 299,7

Collocazione: Saint Petersburg,

The Salvador Dalì Museum

Salvador Domingo Felipe Jacinto Dalì i Domènech, 1° marchese di Dalì de Pùbol è stato un artista spagnolo, ma non solo, fu riconosciuto anche come famoso disegnatore, fotografo, scultore, designer e perfino cineasta. La sua virtuosa personalità e le sue svariate passioni gli permisero di collaborare con numerosi artisti di ogni settore. Tutti ricordano la sua figura, con i baffi lunghi e lo sguardo eccentrico, amava farsi riconoscere per il suo gusto eccessivo e per il suo modo si esprimersi verbalmente, talvolta infatti, parlava attraverso la poetica, accostando immagini discordanti.

“Ci sono giorni in cui credo di morire per un’overdose di soddisfazione.”

Salvador Dalì

Nato a Figueras l’11 maggio 1904 ebbe una vita segnata da eventi spiacevoli che probabilmente contribuirono alla formazione della sua personalità eccentrica. Dopo tre anni dalla morte del primo fratello, il padre pensò di chiamarlo allo stesso modo, forse perchè detto dallo stesso Salvador, erano “due gocce d’acqua”. La sua attività artistica inizia da appena adolescente, esponendo alcune opere in un teatro cittadino, le quali furono particolarmente apprezzate. Si iscriverà in seguito all’Accademia di belle arti di Madrid.

La sua prima pittura è connotata da influeze futuriste, cubiste e soprattutto dall’arte di De Chirico, il quale, al contrario, non apprezzerà che lo stesso si ispiri a lui. ( Trovate un’ argomentazione di De Chirico nell’articolo su Ettore e Andromaca) .

Quando nel 1924, in mezzo alle due guerre mondiali, nasce il movimento artistico-letterario del surrealismo, l’attività pittorica di Dalì cambia, dando vita ad un suo personale modo di esprimere la realtà.

Il surrealismo

Padre del surrealismo fu il poeta Andrè Breton, che pubblica a Parigi il Manifesto del Surrealismo, con il quale viene definito come canone principale del movimento la possibilità di lasciar fluire il pensiero e la psiche in assenza di qualunque controllo da parte della ragione. La base del movimento ha origine con lo sviluppo della psicoanalisi da parte di Freud, che si fa risalire al 1895, con l’ Interpretazione dei sogni, la stessa opera fu letta dal poeta, il quale, rimanendo piacevolmente sorpreso dal contenuto del testo, decise di fondare un movimento per le arti, in modo da dar voce ai sogni e all’inconscio. Ma esistevano vere e proprie tecniche per fare in modo che l’incoscio venisse a galla, tra queste ricordiamo la cadavre exquis ovvero cadavere squisito, che consisteva nella collaborazione tra più artisti: in uno stesso foglio il primo pittore tracciava un bozzetto casuale, che in seguito passava ad un secondo artista, il quale disegnava ulteriormente sopra, ignorando il precedente tratto e passando il foglio ad un terzo pittore, e così via. La stessa tecnica veniva applicata in ambito poetico.

Alcune delle altre tecniche consistevano nella modalità in cui veniva applicato il colore sulla tela, tra queste abbiamo la tecnica del dripping utilizzata da Jackson Pollock.

La Mistica nucleare

Nella grande tela del Torero Allucinogeno, a cui Dalì lavoro per diversi anni, compaiono le immagini preferite dell’artista. Si vedono figure intrecciate in un gioco di illusioni, che lasciano spazio ad una violenta scomposizione di figure. I soggetti scelti fanno pensare che il pittore non sia ancora uscito dal suo periodo detto della Mistica nucleare, che mantenne intorno agli anni cinquanta, ed in particolare che si fa ricondurre all’avvenimento storico dei due attacchi nucleari ad Hiroshima e Nagasaki, avvenuti durante la Seconda Guerra Mondiale, i quali impressionarono particolarmente il pittore, tanto da portarlo a spostare la sua attenzione dei soggetti pittorici, dall’erotismo ai soggetti mistici religiosi.

L’opera

Tra le figure che si possono notare immediatamente nell’opera vediamo la faccia di Gala, il busto di Voltaire, la figura del fanciullo con l’abito da marinaretto. Tutti soggetti fortemente rinascimentali, che fanno ripensare alle influenze subite dallo stesso durante la sua formazione.

Nonostante il titolo, non è facile trovare la figura del toro, che si riesce a vedere se, scrutando bene, ci si accorge delle ombre riprodotte in basso a sinistra dai busti ripetuti delle Veneri di Milo. Fra l’altro la scelta dell’animale e dei colori sono facilmente riconducibili alla città natìa, la Spagna, per il quale il toro è simbolo. L’idea di quest’opera si fa ricondurre ad una visione di Dalì, nel quale egli vide il volto di un torero su una scatoletta di matite in cui era disegnata la Venere di Milo. L’opera può essere intesa come biografia dell’autore, in quanto racchiude gran parte della sua vita e della sua arte. Le figure sono collocate all’interno di un’arena, dove l’illuminazione scelta è riconducibile alle cinque del pomeriggio, l’ora della corrida, ed in alto a sinistra vi è il volto rattristito della sua amata Gala, la quale odiava questi eventi. La scelta di reticolare l’opera con delle mosche simili a puntini permette invece di guidare lo sguardo verso le figure e sono state posizionate poichè ricordano al pittore un particolare periodo della sua vita in cui erano molto presenti, ovvero durante l’incontro con Amanda Lear. Infine l’acqua su cui viene poggiato il viso del toro, quasi si stesse rifocillando, fa riferimento al luogo in cui nei mesi estivi Dalì si recava da bambino, Port Lligat, infatti è possibile vedere un bambino vicino al lago che lo raffigura.

Ross.

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